Attorno al borgo di Orsogna, in Abruzzo, secondo la leggenda vivevano degli orsi. Il nome sembra derivi dal nome arcaico di una sua contrada, sita nella Valle del Moro presso l'abitato, la contrada Rissogna, oggi contrada Fraia. Rinomato per la produzione di olio e vino, il borgo purtroppo è in gran parte ricostruito in quanto subì gli attacchi tedeschi e un massiccio bombardamento alleato durante la seconda guerra mondiale, essendo poco distante da Ortona, lungo la Linea Gustav. Anticamente il paese abruzzese era popolato prevalentemente da contadini, ma vi erano anche dei vasari, dato che il terreno circostante all'abitato è argilloso. Questi artigiani lavoravano in grotte sotto la rupe rivestita di calanchi del paese, in posizione favorevole protetta dal freddo invernale. Oggi le grotte degli artigiani sono quasi del tutto abbandonate dal periodo delle guerre mondiali, ma in molte grotte sono rimasti resti di lavorazione di terracotta. Nel 1881 terremoti di notevole intensità colpirono Orsogna. Il borgo si riebbe nel Novecento, ma nel 1943 cadde nelle mani naziste dopo l'armistizio di Badoglio. Bombardata dagli alleati fino al giugno del 1944, durante la Battaglia di Orsogna, venne liberata soltanto l'8 giugno 1944 dal 184º Reggimento di Fanteria "Nembo" del Corpo italiano di liberazione. Orsogna, bombardata dagli alleati fino al giugno del 1944, venne liberata soltanto l'8 giugno 1944 dal 184º Reggimento di Fanteria "Nembo" del Corpo italiano di liberazione. Meritano una visita, completamente restaurati con uno sforzo durato decenni, la Chiesa di San Nicola, quella di San Rocco, il Convento Francescano e al Torre di Bene, al cui interno è conservato il dipinto de 'La figlia di Iorio', del pittore Francesco Paolo Michetti. Il quadro vinse il primo premio alla Biennale di Venezia del 1895. Per il personaggio di Mila di Codra, protagonista femminile dell'omonima opera di Gabriele D'Annunzio, posò, come modella, l'allora diciannovenne Giuditta Saraceni, mentre, per Aligi, il protagonista maschile della stessa opera dannunziana, posò un contadino, forse della zona. Orsogna vanta inoltre una ricca selezione di piatti della tradizione contadina, annaffianti con l'ottimo vino locale: dalla pasta alla chitarra «carrata» in casa alle «pallotte casce e ove», da «pizz' e ffuje» (focaccia di farina di mais e verdura) alla «pizz' di randigne» (di granturco), dalle «ciammaiche al sugo» (le lumache) al «cif e ciaf» fatto con il guanciale di maiale a tocchetti, per finire con i dolci: crispelle di patate, la Pupa di Pasqua in pasta di mandorle, «li ciaunelle» (ciambelle fritte senza buco), i taralli natalizi, le pizzelle.
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