In Abruzzo, l’Altopiano di Navelli è un luogo un po’ magico. Un paradiso naturale, che lo zafferano colora e i turisti amano. In provincia dell’Aquila, l’Altopiano di Navelli si trova a 700 metri d’altezza tra il Gran Sasso d’Italia, il Sirente-Velino, la Valle Subequana, la Majella e la Valle Peligna. Se un tempo la sua economia era basata principalmente sulla pastorizia e sul commercio delle pecore, nel Novecento iniziò qui il turismo artistico e soprattutto una massiccia coltivazione di zafferano. Tanto che, oggi, l’Altopiano è il secondo produttore d’Italia dopo la Sardegna.
Oltre allo zafferano, questa è una zona ricca di sorprese. Lo stesso borgo medievale di Navelli merita una visita. Annoverato tra i Borghi più Belli d’Italia, ha poco più di 500 abitanti ed è un paese di pastori e contadini, di archi e di vicoletti. Il centro storico di Navelli accoglie angoli di storia contadina, a iniziare dalle vasche circolari scavate nella pietra che fungevano da mangiatoia per gli asini al ritorno dai campi. E poi luoghi di vita comunitaria: vecchi forni comunali, le strade ciottolate su cui si aprono le porte di diversi edifici nobiliari e particolari architettonici come i gradini tagliati nella roccia viva o le mani scolpite nella pietra, che sembrano indicare la direzione da seguire.
Un’altra imperdibile tappa sull’altopiano di Navelli è Castel Camponeschi, un borgo fortificato sito sulla Prata d’Ansidonia. Costruito intorno al XII secolo, rappresenta l’originale castrum di Prata e fu abitato sino al 1963, quando anche l’ultima famiglia si trasferì in paese.