La Basilica, edificata tra 1454 e 1472, è dedicata a San Bernardino da Siena. La sua fondazione è legata alla figura del Santo che,nonostante fosse da tempo ammalato, nell’aprile del 1444 decise di partire per una predicazione nel Regno di Napoli. Appena giunto a L’Aquila purtroppo morì il 20 maggio. Il popolo aquilano, dopo una serie di miracoli attribuibili all’esposizione della salma del frate, chiese e ottenne dal papa Eugenio IV il permesso di custodirne le spoglie. Sei anni dopo la sua morte, Bernardino fu proclamato SANTO, grazie all’azione energica del frate Giovanni da Capestrano. La Basilica, distrutta più volte dal sisma, è il frutto di attività e di ripensamenti architettonici. Presenta una pianta a croce latina divisa in tre navate con sei cappelle per lato; sul fianco orientale si estende il convento a quattro chiostri. La facciata, in stile rinascimentale, è opera di Cola dell’Amatrice ed è strutturata su tre livelli architettonici di ordine dorico, ionico e corinzio. All’interno il soffitto settecentesco di Ferdinando Mosca dona colore e luce all’ambiente: al centro della volta trionfa il Monogramma bernardiniano, affiancato da tre tele di Gerolamo Cenatiempo. La zona della cupola ospita l’Altare Maggiore in pietra e in marmi ad intarsio, realizzato nel 1773 da Donato Rocco Cicchi da Pescocostanzo. A sinistra dell’altare è collocato il commovente Sepolcro di Maria Pereyra – Camponeschi, rappresentata dormiente e rassegnata al dolore per la perdita della figlioletta. Tra le cappelle di destra, su un piano rialzato da quattro gradini in pietra venata, si incontra il Mausoleo di San Bernardino: la forma è di una grossa arca quadrata, che nella parte inferiore conserva un’urna contenente le spoglie del Santo, oggetto di devozione dei fedeli. Il Sepolcro e il Mausoleo sono opere di Silvestro dell’Aquila, terminate all’inizio del Cinquecento. La chiesa è ricca di capolavori come l’Organo settecentesco, il Coro in stalli di noce di Giancaterino Ranalli, la Cappella gotica, la Madonna con il Bambino di Silvestro, la Pala in terra cotta di Andrea della Robbia e tanti altri ancora.