Il Castello di Casoli in provincia di Chieti, monumento nazionale, domina la valle fluviale con il grazioso lago S. Angelo e le colline circostanti. E' posto in cima all'abitato, su di un colle alla destra del fiume Aventino. Il blocco residenziale del castello, che si estende attorno ad un cortile quasi rettangolare, è da ritenersi di epoca rinascimentale. Il corpo maggiore, posto sul lato meridionale del cortile costituisce il castello vero e proprio e mostra chiari caratteri di edificio ad uso abitativo, caratterizzato da un ingresso in prossimità della torre, da ampie finestre che ne accentuano la natura di palazzo nobiliare, da un elegante coronamento costituito da mensole in mattoni che reggono archetti acuti. Nessun documento ci attesta l'epoca di costruzione del castello ma di certo le sue vicende si intrecciano con quelle del feudo di Casoli che dapprima fece parte della Contea di Manoppello (XII sec.) e poi, dal 1369 fino al 1489, fu feudo degli Orsini, sotto il cui casato si può far risalire la costruzione dell'attuale fabbrica, che divenne in seguito possedimento della Famiglia D'Aquino. Si può solo ipotizzare che il nucleo originario del complesso fortificato sia da identificarsi con l'alta torre puntone pentagonale, eretta per ragioni difensive a controllo delle valli dell'Aventino e del Sangro e attualmente inclusa fra l'abside della Chiesa di S. Maria Maggiore ed il castello stesso, di cui sorveglia l'ingresso. Il Castello Ducale e la Torre nel corso della seconda guerra mondiale furono utilizzati sia dall’esercito tedesco che da quello alleato come punto di avvistamento. E' sede di un Museo della Memoria. La storia novecentesca del castello è legata al nome della famiglia Masciantonio che ne rimase proprietaria fino al 1981 e che ospitò ripetutamente, assegnandogli una personale camera da letto, Gabriele D'Annunzio che qui soggiornava spesso. Nella camera sono ancora visibili gli appunti del Vate scritti sulle pareti. Un'altra stanza è dedicata al maggiore Wilgram, ucciso proprio per liberare l’Abruzzo dai tedeschi. Fu tra le pareti del castello che la Brigata Majella, che contribuì alla liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca, mise a punto la sua organizzazione ed elaborò i suoi piani d'attacco. Nella “Stanza del Silenzio” è presente una mostra permanente sui protagonisti del “Cenacolo Abruzzese”, abituali ospiti diPasquale Masciantonio, tra cui D’Annunzio, Michetti, Tosti, Barbella, Scarfoglio, Serao.