Il Castello Piccolomini di Balsorano in provincia di l'Aquila rappresenta un monumento nazionale, sorge sulla sommità di un'altura in un contesto paesaggistico bellissimo, presso la riva sinistra del fiume Liri, in prossimità della Valle Roveto. L'imponente edificio si presenta come una poderosa struttura in pietra, dotata di varie porte d'accesso, delle quali la principale è raggiungibile a piedi dal rigoglioso parco. Ha una pianta pentagonale irregolare con torri circolari agli angoli che ne sottolineano l'antica funzione militare. L'elegante cortile ad "L" con pozzo al centro, abbellito da bifore e arcate racconta invece di un'antica dimora gentilizia. Gli spazi interni sono in parte alterati dal restauro effettuato negli anni trenta del XX secolo, ma conservano ancora elementi antichi di grande suggestione. La cinta muraria è stata attrezzata per passeggiate e come belvedere. L’interno mantiene l’aspetto gotico e rinascimentale originale. Storia e leggende: il castello fu eretto sulle fondamenta di un'altra antica struttura, da Antonio Piccolomini, nipote di Papa Pio II, intorno all'anno 1460, che ne assunse anche la baronia. I Piccolomini detennero il possesso del castello fino agli inizi del 1700 quando la famiglia si estinse e la baronia di Balsorano passò sotto il dominio del barone Testa, nobile romano i cui discendenti si riapparentarono, in seguito, con i discendenti Piccolomini. Dai Testa-Piccolomini, il castello e le terre passarono prima al possidente francese Carlo Lefebvre, poi a don Pedro Alvarez del Toledo, marchese di Casafuerte, fino al 1929, quando vennero acquistati dalla famiglia Fiastri-Zannelli. E' gestito dalla Società dei Castelli d'Italia, su modello dei castelli di Francia e d'Inghilterra. Per la sua bellezza è stato spesso usato come location di film italiani. Vi sono state realizzate più di 30 pellicole. Da visitare la sala d’armi e la sala centrale, ricca di arazzi cinquecenteschi e di affreschi con dipinti gli stemmi e i blasoni dei vari proprietari della famiglia Piccolomini.