Il Castello Piccolomini di Celano è sito nel centro storico di Celano dominante la piana del Fucino, nel territorio della Marsica, sul luogo dove probabilmente Federico II di Svevia, in lotta con Tommaso Conte di Celano e Molise, fece costruire delle fortificazioni durante l'assedio del 1223. Tali fortificazioni erano quasi certamente soltanto opere in legno e terra battuta, tuttavia segnarono l'inizio di quello che sarebbe stato una massiccia fortificazione dominante il lago del Fucino nei secoli successivi. La costruzione del castello vero e proprio iniziò nel 1392 su volere di Pietro Berardi, conte di Celano, ma già negli anni tra il 1356 e il 1380 il nonno e successivamente suo padre avevano provveduto a fortificare il Colle di san Flaviano erigendo un sistema di mura con torrette rettangolari "a scudo" e costruendo la torre-mastio a pianta quadrata. Pietro di Celano, dunque costruì il solo piano primo con le torri quadrangolari agli angoli, integrando la torre-mastio sull'angolo nord-est. Inoltre edificò il cortile interno alle mura dotandolo del loggiato con archi a sesto acuto ancora visibile. Nel 1451, a seguito delle nozze tra Jacovella Ruggeri di Celano, nipote di Pietro, e Lionello Acclozamora duca di Bari, quest'ultimo, divenuto conte di Celano proseguì l'opera del predecessore, sia integrando il recinto esterno con i grandi torrioni angolari semicilindrici sul versante nord-est e un rivelino triangolare con largo torrione angolare cilindrico verso la cittadella, sia aggiungendo il piano nobile del castello vero e proprio con il cammino di ronda e le quattro torri d'angolo fino all'altezza attuale. Lionello inoltre si occupò di fortificare le mura di recinzione aumentandone lo spessore per poter resistere alle micidiali bombarde a polvere da sparo che erano state inventate in quegli anni. Nel 1463 Antonio Todeschini Piccolomini, nipote di papa Pio II fu investito della Contea di Celano da Ferdinando I di Napoli. Egli riprese la costruzione del castello apportando aggiunte e decorazioni architettoniche che trasformarono il maniero in residenza nobiliare fortificata. Nel 1591 Camilla Peretti, sorella di papa Sisto V, acquistò la contea dai Piccolomini. Nel 1647 il castello fu coinvolto nella rivolta di Masaniello contro i Borboni, venendo occupato dai rivoltosi capitanati dal barone Antonio Quinzi de l'Aquila e sostenendo un lungo assedio ad opera delle truppe reali. Dal dicembre 2014 il sito è in gestione al Polo museale dell'Abruzzo e in 9 sale del castello è ospitato il Museo d'arte sacra della Marsica, dove sono presentate le maggiori espressioni artistiche della regione di pittura, scultura, oreficeria e tessitura dal VI al XVIII secolo.