Il forte aquilano, monumento nazionale, sobrio ed imponente, guarda la città dell'Aquila da uno dei suoi siti più alti. Particolarissimo esempio dell'architettura militare cinquecentesca, l'edificio presenta una pianta quadrata, con cortile interno, circondata da quattro grandi bastioni angolari che rappresentavano la postazione primaria sia per l'offesa che per la difesa del forte. Il perimetro dell'intera costruzione è contornato da un enorme fossato. All'ingresso, situato a sud-est, si arriva attraverso un imponente ponte in muratura. La facciata principale si contraddistingue per la presenza del portale in pietra, con al centro lo stemma di Carlo V con l'aquila bicipite. L'architettura interna è costituita al piano terra da un ampio porticato a robusti pilastri quadrati, dai vari locali del corpo di fabbrica e da una cappella. Un'imponente scala conduce al piano superiore ove si trovano grandi sale decorate con soffitti lignei e motivi ornamentali in pietra, destinate ad ospitare il Governatore. E' circondato da un grande parco alberato. E' sorto con molta probabilità su una precedente fortezza dell'inizio del XV secolo. La sua edificazione risale al 1535 quando il Vicerè Don Pedro di Toledo ne commissionò la progettazione all'architetto spagnolo Pirro Luigi Escriba. La solenne imponenza dell'impianto strutturale e della composizione interna testimoniano inequivocabilmente l'importanza attribuita a tale fortezza dal Vicerè nel suo piano di rafforzamento militare del territorio abruzzese. Il forte non fu comunque mai utilizzato in operazioni militarii, Fu residenza del governatore spagnolo e, successivamente, fu alloggio dei soldati francesi nell’Ottocento e dei militari tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Nel 1902 un soldato trovò decine di corpi mummificati ammassati nelle segrete del Castello, poi sepolte nel cimitero cittadino, tranne quattro esemplari conservati nei sotterranei. La leggenda narra che i loro spiriti vaghino ancora tra le le antiche mura del maniero emettendo grida e lamenti.